Liquidazione controllata del patrimonio

La Liquidazione Controllata del Patrimonio, è una procedura di composizione della crisi per i soggetti non fallibili. Introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), essa mira a liquidare il patrimonio del debitore per soddisfare, in parte o del tutto, i creditori, liberandolo dai debiti residui

Soggetti Ammessi e Presupposti
La procedura è accessibile a:

• Imprenditori individuali non assoggettabili a fallimento: ad esempio, piccole imprese o professionisti
• Consumatori: persone fisiche che hanno contratto debiti per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale.
• Società di persone e associazioni professionali: in casi specifici di crisi.

Il presupposto principale è lo stato di sovraindebitamento, che si verifica quando un debitore non riesce a far fronte ai propri debiti con i mezzi di cui dispone.

Effetti dell’apertura della procedura

L’apertura della procedura comporta una serie di effetti. In sintesi abbiamo:

• spossessamento del patrimonio: con la sentenza del Tribunale che apre la liquidazione, il debitore viene “spossessato” dei suoi beni. Questo significa che perde la facoltà di amministrare e disporre del proprio patrimonio liquidabile. Tale potere passa interamente al liquidatore;
• congelamento dei debiti: l’apertura della procedura blocca le azioni esecutive individuali da parte dei creditori. Nessun creditore può, da quel momento, agire individualmente contro il patrimonio del debitore per recuperare il proprio credito. Tutti i crediti vengono accertati all’interno della procedura.

Obblighi del debitore: Il debitore è tenuto a collaborare attivamente con il liquidatore, fornendo tutte le informazioni necessarie, consegnando i beni e rispettando gli obblighi imposti dal giudice e dal liquidatore. La mancata collaborazione può compromettere il diritto all’esdebitazione.

Fasi della Procedura
Vediamo le diverse fasi della procedura

• Deposito dell’istanza: l’istante presenta un’istanza all’Organismo di Composizione competente preparata dal proprio staff (Advisor e Legale). Con l’istanza viene richiesta l’apertura della liquidazione. L’istanza espone la situazione del debitore, il suo patrimonio, ciò che può essere liquidato e la debitoria. L’elenco dei documenti obbligatori è definito dall’art. 269 del D.Lgs. 14/2019 (Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza)
• Apertura della procedura: laddove il Giudice ritiene che la proposta asseverata dall’Organismo di Composizione della Crisi abbia tutti i requisiti previsti dalla legge apre la procedura, disponendo le azioni protettive a tutela del patrimonio dell’istante
• Nomina del liquidatore: il Giudice nomina un liquidatore, che spesso può coincidere con professionista delegato da Organismo di Composizione della Crisi per economia processuale, che gestirà la procedura. Il suo compito è acquisire, valutare e liquidare il patrimonio del debitore.
• Accertamento del passivo: il liquidatore verifica le richieste dei creditori e stabilisce la massa passiva, ovvero l’ammontare dei debiti da soddisfare.
• Vendita dei beni: il liquidatore vende tutti i beni del debitore, compresi immobili e altri assets di valore, al fine di ricavare una somma di denaro. La vendita avviene solitamente tramite procedure competitive. Le somme ricavate dalla liquidazione vengono distribuite ai creditori in base al loro rango (creditori privilegiati, chirografari, etc.).
• Esdebitazione: Una volta conclusa la liquidazione, il debitore può ottenere l’esdebitazione, ovvero la liberazione dai debiti residui non soddisfatti, permettendogli di ripartire economicamente senza il peso dei debiti pregressi.

La quotazione del supporto come Advisor avviene da caso in caso. La quota minima per il supporto nella presentazione della pratica ad OCC è di euro 1.500,00. 

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